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Attenzione diretta e attenzione involontaria

La natura, a differenza della città, è piena di stimoli di per sé interessanti che non richiedono un grosso sforzo mentale. Questo consente ai nostri circuiti cerebrali deputati alle funzioni attentive di “riposare” e ristorarsi un po’.
Testi tratti da “Indroduzione alla biofilia”, di Giuseppe Barbiero e Rita Berto.
bosco

L’attenzione diretta è la capacità di attivare uno stato di allerta verso un oggetto o un fenomeno che attrae il nostro interesse. Talvolta viene attivata anche quando l’oggetto e il fenomeno non suscitano il nostro interesse spontaneo ma devono comunque essere presi in considerazione perché necessario.

L’ attenzione diretta richiede sempre un grande dispendio di energia psichica. Se sottoposta a richieste intense e prolungate, si esaurisce e il soggetto fatica a mantenere la concentrazione: aumenta la sua distraibilità e possono insorgere anche comportamenti impulsivi e ostili.

La condizione di affaticamento mentale espone l’individuo anche a un maggiore rischio di sperimentare stress psico-fisiologico, perché dispone di minori risorse cognitive per affrontare adeguatamente la situazione causa di stress.

Per un buon funzionamento quotidiano l’essere umano ha bisogno di ripristinare la capacità attentiva; dormire è un modo piuttosto comune di gestire l’affaticamento mentale, si tratta però di un rimedio efficace ma temporaneo. Per un recupero completo dallo stato di fatica mentale è necessario non solo riposare l’attenzione diretta, ma rigenerarla, e questo avviene solo rendendola temporaneamente non necessaria attraverso l’uso (alternativo) dell’attenzione involontaria: fascination. (Berto, 2005).

paesaggi naturali
L’ attenzione involontaria.

Particolarità dell’attenzione involontaria è che essa non richiede alcuno sforzo da parte di chi la esercita, è resistente alla fatica e si attiva spontaneamente quando il contesto ambientale lo permette.

 

La Natura esercita un fascino così potente negli esseri umani che l’attenzione involontaria si attiva senza sforzo.

Secondo l’ART (Attention Restoration Theory – Teoria della rigenerazione dell’attenzione; Kaplan, 1995), stimolare l’uso dell’attenzione involontaria stando a contatto con l’ambiente naturale, che è intrinsecamente ricco di stimoli soft fascination (il tramonto, i riflessi della luce, le foglie mosse dal vento, gli animali), è un modo efficace di rigenerare l’attenzione diretta e garantirsi un buon funzionamento cognitivo.

La soft fascination tiene ancorata l’attenzione, ma lascia spazio per la riflessione personale. Gli ambienti naturali sono una fonte di soft fascination; in questi ambienti l’attenzione è catturata da stimoli esteticamente piacevoli che rilassano e favoriscono la riflessione.

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